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Interpretazione intima o interpretazione massiva?

Alcuni giorni fa, mentre cercavo tutt’altro, mi sono imbattuto in questo articolo-saggio di Mosè Viero sul rapporto che intercorre tra giochi di ruolo in single player sul computer e i tanto amati/odiati mmorpg.

L’articolo è un po’ lungo ma in buona sostanza l’argomentazione tende a dimostrare la frase conclusiva ovvero:

non necessariamente l’interazione con altre persone in carne e ossa può avvicinare il GDR digitale a quello cartaceo

L’autore sostiene essenzialmente che la possibilità di interagire con persone in carne e ossa dando origine a sbocchi interpretativi potenzialmente infiniti e la pressoché totale libertà d’azione all’interno del mondo persistente (oltre agli elementi più ovvi come la creazione e la crescita di un personaggio, lo svolgere quest ecc ecc) non siano elementi sufficienti a far entrare i mmorpg a pieno titolo nel mondo dei giochi di ruolo. Viero trova nei mmorpg alcune caratteristiche che li allontanano dalla concezione condivisa propria dei giochi di ruolo canonici, una tra queste, la più importante a suo dire, è la totale mancanza tra master e giocatori di

quell’atmosfera di intima conoscenza e collaborazione che da sempre caratterizza questo passatempo e che può, al contrario, essere riprodotta anche con certo successo […] da un gioco pensato per il giocatore singolo.

Precedentemente aveva anche detto:

per quanto l’ambientazione di un gioco sia curata, se migliaia di persone possono accedervi contemporaneamente è naturale che fra queste persone vi siano anche coloro che sono interessati non all’interpretazione ma unicamente ai combattimenti e al potenziamento del proprio personaggio, insomma alle forme di divertimento più immediate e meno complesse; altrettanto naturale è che queste persone risultino, alla fine, maggioritarie rispetto alle altre.

Queste affermazioni, in larga parte, le condivido anch’io però, tramite un’analisi sul fenomeno che dura ormai da anni, ho raggiunto conclusioni un po’ diverse. Mi piace pensare al sistema-mmorpg come ad uno strumento, e ogni strumento può avere usi molteplici. All’interno della poliedricità dei mmorpg c’è, e io l’ho vista e provata in prima persona, la possibilità di giocare di ruolo in modo canonico ovvero: una persona narrava una storia, gli altri giocatori interpretavano il proprio personaggio e il mondo persistente del mmorpg faceva da ambientazione. Poi dovremmo anche capire cos’è per ognuno di noi un GdR e quali sono le sue caratteristiche fondanti e imprescindibili, perchè è ovvio che se per me un gioco di ruolo esiste solo se ci sono alcuni amici attorno ad un tavolo con carta, dadi e matita non sarà un gdr il mmorpg ma non sarà un gdr, ad esempio, nemmeno quello live.

Voi che ne pensate: i mmorpg possono essere classificati come giochi di ruolo o no? e quali sono le caratteristiche per definire tale un gdr?

8 thoughts on “Interpretazione intima o interpretazione massiva?

  1. Io sinceramente mi trovo in disaccordo con mister Viero.
    Ho avuto in prima persona un’esperienza in merito: Per più di un’anno io ed un manipolo di altre persone (circa 5 erano lo “zoccolo duro”, altri andavano e venivano a periodi di circa tre mesi ciascuno) abbiamo portato avanti un gruppo di Gioco di ruolo nel MMORPG D&D Online.
    C’è da dire che quest’ultimo è un MMO un po’ particolare: le quest istanziate rendono piuttosto facile un gioco di gruppo.

    Comunque sia, è possibile ruolare anche senza master, come appunto facevamo noi.
    Bastava seguire le quest ed adattare la nostra storia alle missioni che venivano affidate (esempio: non si riesce ad uscire dalle mura della città perché è una città-arena e noi facevamo queste quest per guadagnarci l’uscita dalla cittadina. Ovviamente invece il gioco è incentrato in una città e non è proprio possibile uscirne.)
    Sono insomma dell’idea che, se un gruppo di persone si mette d’impegno e soprattutto lavora di fantasia, sia possibile fare gioco di ruolo in qualunque gioco online.
    Dopotutto gli ingredienti principali del gioco di ruolo ci sono:
    Una storia, dei combattimenti e delle regole di combattimento, le persone, un’ambientazione ed i loro personaggi.

  2. Ovviamente la mia è una generalizzazione, ma sono d’accordo sul fatto che i mmorpg non siano giochi di ruolo veri e propri, almeno come li considero io.
    Nella maggioranza dei casi, i giocatori non interpretano minimamente una parte e trattano gli altri giocatori sapendo benissimo che hanno a che fare con altri giocatori in carne ed ossa, non con un personaggio fittizio. Insomma, manca proprio il ruolo.

  3. Si Jade, è una delle obiezioni che muoveva anche Mosè. Il fatto è che, forse, ci dovremmo astrarre dalle circostanze specifiche. Come ho scritto anche nell’articolo: di ogni oggetto è possibile farne un uso proprio o improprio, il fatto di non interpretare minimamente il proprio personaggio credo che sia un uso improprio anche se maggioritario.

  4. Non sono un fanatico dei MMORPG, e chi mi conosce lo sa. Quindi non posso che schierarmi contro questo tipo di gioco, o meglio, contro la possibilità di vederli inquadrati nella cerchia dei GdR.
    Del gioco di ruolo, manca il ruolo per come è definito dall’alba dei tempi, da D&D, da Vampiri, da Chtulhu, ecc ecc. Entrare in un ruolo, teatralmente parlando, è calarsi in una psicologia, prendere le vesti di un personaggio, immaginarsi al suo posto, con un carattere, dei ricordi, degli obiettivi diversi dai nostri, e cercare di vivere una vita in tali panni.
    E non si può negare che il MMORPG miri a fini diversi da questi. O almeno, ne anteponga altri all’immedesimazione teatrale in un personaggio.

  5. Vero, però, a mio parere, non si può generalizzare. Esistono shard e server (di ultima online, di world of warcraft, ecc ecc) definiti non a caso “full gdr” nei quali l’interpretazione e la recitazione la fanno da padrone e se ti sfuggono in gioco frasi quali “andiamo a grindare” o “ti ho ownato” e così via vieni punito. Poi è vero anche che i casi di cui parlo sono un’esigua minoranza ma la mia obiezione era e resta “il mmorpg è uno strumento e ognuno ne fa l’uso che vuole” e se qualcuno vuole usarlo per fare GdR può farlo e il sistema lo aiuta parecchio avendo già fatto mappe, città, dungeon, mostri, quest ecc ecc.

  6. Generalmente sono daccordo con l’idea del mmorpg come un sistema non generalmente utilizzato per il fine del GDR, ma esistono eccezioni.
    In realta’ io in prima persona ho giocato anche diverso tempo a mmorpg orientati al full gdr, e lasciatemelo dire, ho avuto molte ottime esperienze.
    Va visto come una specie di GURPS non troppo “universal” , nel senso che, con giocatori invogliati a utilizzarlo al fine del gdr e master orientati in quel senso, si possono ottenere ottimi risultati “ruolistici” anche nei mmorpg.

  7. Non mi dilungherò troppo dato che ho appena scritto un commentone nella sezione “allineamento” 😀 (tra l’altro, sinceri complimenti per il blog, lo seguo molto volentieri).
    La mia opinione è che i mmorpg e i rpg non centrino niente gli uni con gli altri (forse giusto il nome). TomJoad tu chiedi cos’è per me un gdr e io rispondo: “un mondo immaginario dove si interpreta un personaggio”. Analizziamo la mia frase: “un mondo immaginario” è per me un mondo dinamico, dove i personaggi interagiscono e le loro azioni provocano reazioni da parte dei PNG. A loro volta le azioni dei PNG influenzano quelle dei personaggi. L’insieme di tutto questo provoca movimenti all’interno del mondo immaginato (più o meno grandi, dalla possibile chiusura di una locanda per rissa all’annessione di un regno da parte di quello confinante). E questo primo punto già non lo ritrovo nel mmoprg. La seconda parte: “dove si interpreta un personaggio”. Bé…l’interpretazione per me non è “il recitare” (che comunque non fa male), bensì il prendere le decisioni che il nostro personaggio prenderebbe. In un mmorpg le decisioni che possiamo prendere sono limitate, se non nulle. Quello che un giocatore può fare è stato già determinato in precedenza dai programmatori. Forse è possibile con impegno dare al mmoprg una parvenza di GDR, ma solo una parvenza resterà perché in fondo a prescindere da quanta fantasia ci si mette, ci si muoverà sempre in un mondo limitato percorrendo binari già stabiliti.
    Poi c’è il fatto (del tutto personale) che credo che il GDR dia il massimo se giocato di persona (come la comunicazione in generale), ma questo è un altro discorso.

  8. Di fatto i mmorpg di ultima generazione funzionano davvero come hai detto cioè le azioni dei personaggi modificano il mondo di gioco. In particolare penso a giochi come darkfall online in cui è possibile edificare città intere, conquistarle, distruggerle ecc.
    Per il secondo punto della tua analisi invece la mia obiezione è la stessa che ho anche scritto nell’articolo, ovvero il mmorpg non è IL gdr ma può esserne il medium e questo medium può essere molto performante nel caso in cui uno dei giocatori decida di fare il master e quindi di raccontare una storia usando gli elementi che il mmorpg mette a disposizione e gli altri giocatori interpretano i propri personaggi nell’avventura narrata dal master.

    Pertanto alla domanda “i mmorpg sono giochi di ruolo?” rispondo “no”
    viceversa, alla domanda “i mmorpg possono essere usati come ambientazione e motore per un gioco di ruolo” rispondo “per esperienza personale sicuramente si”.

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