You are here
Home > Varie ed eventuali > Quando si dice il gioco di ruolo educativo

Quando si dice il gioco di ruolo educativo

Alcuni definiscono i giochi di ruolo come un momento ludico fine a sè stesso, altri ci vanno giù più pesanti, in particolare alcune associazioni religiose non hanno problemi a definire il giocatore di ruolo come “un ragazzo molto sensibile, ferito dalla vita o dalla propria storia familiare, che non riesce a sviluppare correttamente una sua vita matura e si dedica al gioco per colmare le proprie lacune affettive o per emergere in un campo a lui più congeniale”.
Quello di cui voglio parlarvi oggi invece è un “esperimento” che (come se ce ne fosse bisogno) dimostra il contrario. La guida multiversale del viaggiatore intergalattico è un esperimento, appunto, di narrazione collettiva condotto dal professor Luca Giuliano (il creatore di on stage per chi non lo sapesse) qualche anno fa durante il corso da lui tenuto in “Strategie di narrazione ipertestuale” alla facoltà di Scienze della Comunicazione – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Ogni partecipante assume il ruolo di un viaggiatore intergalattico che riferisce delle cose che ha osservato, degli eventi di cui è stato testimone o delle conoscenze che ha appreso, compilando brevi voci enciciclopediche.

L’esperimento, creato su piattaforma wiki, partendo dalla voce allucinazioni da aria cosmica con la sua definizione e i suoi collegamenti ipertestuali è andato via via componendo una vera e propria ambientazione sci-fi (per certi versi simile alla guida intergalattica per autostoppisti) grazie al contributo degli studenti.

La guida ultimata conta 125 voci e il risultato ricorda vagamente l’Elenco telefonico di Uqbar.

Questa ambientazione è molto bella ma soprattutto molto aperta e presenta il vantaggio di essere accessibile gratuitamente a tutti, questo è il motivo per cui, noi dello staff del GDR Blog, abbiamo deciso di adottarla come ambientazione per il nostro primo esperimento di play-by-blog che lanceremo tra pochi giorni.
Potete consultare la Guida multiversale del viaggiatore intergalattico a questo indirizzo.

7 thoughts on “Quando si dice il gioco di ruolo educativo

  1. E indubbio che il fondamentalismo pro o contro gdr o qualsiasi altra cosa cela sempre dietro “la non conoscenza” della materia. Vedi la morte nel 79 di James Dallas semisuicida perchè calatosi in un tunnel fognario. I gdr vennero demonizzati da stampa e televisione senza che questi sapessero di cosa parlavano. Per la reazione contraria si e dovuto aspettare la maturazione di quei ragazzini ora intellettuali che sul gdr hanno voluto ricavarne possibili quanto inutili ricerche in campo psicologico, o in campi e ambiti new age. Personalmente amando il gdr, avendolo vissuto dai suoi albori e avendolo giocato negli anni valutandone evoluzioni in positivo e in negativo, io continuo a vederci quello che vedevo un tempo. Un gioco, un bel gioco, un gioco che mi appassiona, che anche mi fa riflettere, che mi fa fare ricerche storiche o ambientative per migliorarne la scorrevolezza, ma che resta tale. Vederci di più può solo fomentare tanto in negativo che in positivo situazioni adatte a stampa e rotocalchi. Ho sempre creduto poco al suo impiego ai fini didattici, non perchè non si presti a studi o ricerche, ma perchè utilizzato spesso per eludere altri campi di studio. E se vogliamo analizzare il gioco in se lo possiamo paragonare a un progetto dove se pochi ci mettono mano si può arrivare a una realizzazione, mentre molti non possono approdare a una completezza.

  2. A mio avviso invece è un progetto interessante e divertente, anche perché personalmente ho sempre creduto molto nelle capacità educative e terapeutiche del gioco di ruolo. È vero, è solo un gioco, ma non dimentichiamo che sono proprio i giochi che permettono la formazione degli individui nei primi anni, e se ci si pensa bene il gioco di ruolo non è molto di simile da, quando eravamo bambini, fingevamo di essere chi un poliziotto, chi un pompiere…

    Quindi…ora penso proprio che andrò a dare un occhiata a questa specie di wikipedia aliena…

    Ps. Una precisazione, la definizione di giocatore di ruolo che dà Tomjoad all’inizio dell’articolo non è la posizione ufficiale della chiesa sui giochi di ruolo (che io sappia il Vaticano non ha ancora emesso bolle di scomunica nei nostri confronti 😛 ), è solo un pezzo di un articolo sui GdR scritto da un fanatico di nome Tarcisio Mezzetti, una specie di paranoico con la fobia della new age…

  3. ho specificato “alcune” associazioni, non ho detto “la chiesa” anche perchè dubito che il 99% degli alti prelati sia anche solo a conoscenza dell’esistenza dei gdr altrimenti sarebbero daccordo con il signor Mezzetti 😛

  4. Ne dubito, visto che, a quel che sò, viene preso in considerazione solo all’interno della sua “associazione”… 😛
    D’altro canto, mentre mi documentavo in proposito, è stato molto divertente trovare un forum di preti che si divertivano a riportare alla mente le loro partite a D&d… 🙂
    Questo mi fa ben sperare sull’universalità dei giochi di ruolo

  5. si i preti giocatori di ruolo l’ho trovati anch’io ma d’altra parte c’è anche fratello metallo no? peccato che siano una goccia nel mare

  6. Lascio il mio commento in riferimento a quello che ha detto qwein. Io sono un’educatrice e uso il gioco quotidianamente. Quindi ti posso garantire che, come hanno detto tanti pedagogisti dell’infanzia, il gioco è alla base della formazione dell’individuo. Per quello che riguarda i giochi di ruolo ti consiglio di leggere “Inventare destini” scritto da Andrea Angiolino, Luca Giuliano e Beniamino Sidoti edito da La Meridiana, che parla di come un gioco di ruolo può essere applicato alla didattica e quindi all’educazione. Credo che non si debba parlare di proprietà terapeutiche, ma di promozione del benessere. Per una persona troppo introversa il fatto di dover interpretare qualcosa o qualcuno di diverso da se non può far altro che aiutare a superare i propri limiti. In oltre attraverso il gioco si possono sviluppare quelle che l’Organizzazione MOndiale per la Sanità ha chiamato “Life Skills”, come: problem solving, decision making…con questo aggiungo che se si vuol giocare per giocare lo si fa, ma teniamo in mente che il gioco sfrutta il metodo di apprendimento non direttamente consapevole, poi se si vuole rafforzare i passaggi educativi basterà creare un momento di breafing finale con i giocatori!
    Passo e chiudo

  7. Sarei interessato a capire bene il funzionamento di questo progetto che mi servirebbe per una tesina per un esame di tecnologie alla facoltá di scienze della formazione. Perío il sito indicato non é raggiungibile.

    Inoltre volevo dire che il gioco di ruoló, essendo stato introdotto proprio come gioco educativo, é molto spesso utilizzato da associazioni cattoliche che lavorano con i giovani.

Lascia un commento

Immagine CAPTCHA

*

Top