Una delle persone più interessanti che ho incontrato a Lucca e che, pertanto, ho deciso di intervistare è Michele Quondam, manager di Inmedia Srl. Società che probabilmente conoscerete per il portale Giochix.it che si occupa di produzione e distribuzione di giochi in scatola e giochi di ruolo.
1- Che background avevi e perchè hai deciso di entrare nel mondo della produzione e vendita di giochi? è stata dura iniziare? quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato all’inizio?
Vengo dal mondo delle Ludoteche e dell’Associazionismo di Roma, dove mi applico da più di 15 anni con divertimento e soddisfazione. Ho avuto anche esperienze commerciali/editoriali per alcuni anni (ma questa è un’altra storia 🙂 ). Di background quindi ce ne era fin troppo per iniziare.
Le difficoltà sono quelle rappresentate da una ditta che opera con un piccolo budget, a prescindere dal settore di attività: in ogni campo è molto difficile iniziare e mantenersi a galla, basta un piccolo errore e devi chiudere. Ci vuole pazienza, abilità, professionalità, e incrollabile fiducia!
2- A costo di andare sul banale, quali sono i punti di forza e le maggiori debolezze del mercato italiano rispetto a quello estero? e, in questo periodo di crisi finanziaria, come sta il mercato ludico italiano? quali sono le differenze maggiori tra il settore ludico e gli altri settori merceologici? Infine, perchè la scelta di vendere online?
Sinceramente punti di forza non ne vedo proprio. Il mercato italiano è un mercato di nicchia, piccolo, dove ci si combatte per una scatola da vendere. E’ così da sempre. I soli giochi che sono riusciti ad affermarsi negli ultimi 20 anni sono quelli di carte collezionabili e di miniature.
I giochi (quelli in scatola) si fanno per la Germania e dintorni, UK, e USA (e per chi ci riesce ad entrare nei paesi scandinavi). Là pur non essendo un mercato vasto, ci sono i numeri per muoversi se si riesce a creare un prodotto valido. Fare un gioco solo per l’italia è un suicidio, o quasi. C’è una certa progressione anche in Cina e Giappone, ma sinceramente non so che cosa accadrà nei prossimi anni, staremo a vedere.
Le differenze tra il settore commerciali ludico e gli altri, e che gli altri esistono, mentre quello ludico praticamente no. E’ un settore di nicchia, per amanti, non è un mercato vero e proprio (in Italia almeno).
Giochix.it è principalmente un editore. La vendita di giochi è un settore correlato ma di secondaria importanza.
La vendita online rappresenta il sistema migliore e più economico per operare in un settore dove ci sono migliaia di titoli disponibili.
3- Qualcuno dice che il Lucca Comics and Games è ormai un evento inflazionato. Secondo te perchè è bene essere presenti? Perchè se non ci sei ti fai pubblicità negativa, perchè è comunque sempre bene portare il marchio in giro per farlo vedere e conoscere (branding) o perchè gli affari a Lucca vanno ancora bene?
Come pubblico ne vale ancora la pena, anche se ci sono molti problemi logistici da risolvere e ci sarebbe da fare un bel salto professionale. Ci vorrebbero più spazi, più servizi, e via dicendo :).
Come addetto ai lavori, non è che serva a molto se sei un editore. Se hai un negozio invece si fanno buoni affari e si può tornare a casa con un buon risultato.
Come dicevo per gli editori è un’altra storia: le vendite in loco servono (e non sempre riescono) solo a pagare i costi della fiera. Il discorso che rimane è solo quello pubblicitario, ma in realtà l’effetto “lucca” è pressoché inesistente, soprattutto paragonato a quello di altre fiere. Se ci sei o non ci sei, alla fine non cambia quasi nulla. La fiera di Essen ad esempio, ha un effetto importante e una forza pubblicitaria notevole anche per diversi mesi dopo la fiera. E non solo Essen.
4- Quando ti viene proposto un nuovo gioco di ruolo da produrre, quel’è la prima cosa che guardi? Poniamo il caso in cui ti venissero proposti contemporaneamente 2 giochi di ruolo sostanzialmente simili, quali sarebbero i canoni in base ai quali ti orienteresti per la scelta? e se fossero 2 giochi da tavolo?
Per quanto io nasca pudicamente proprio dal gioco di ruolo, e abbia fatto tante cose nel settore (e continui a farle) per ora Giochix si occupa solo di giochi in scatola e di carte.
La scelta di un gioco si pesa su tanti aspetti. Il primo aspetto è e deve essere quello commerciale: a prescindere dalla meccanica e dal sistema, questo gioco si potrà vendere?
Se sono due, ben venga 🙂
5- Quali sono gli aspetti che secondo te un game designer dovrebbe curare maggiormente e quelli che invece può permettersi di trascurare quando ti propone una bozza del suo gioco?
Quando si fa una proposta ad un editore bisogna curare la presentazione: il discorso da fare, la spiegazione come affrontarla e come rispondere alle eventuali domande. Specialmente se il gioco è complesso. La grafica non è importante anche se alla fine un po’ aiuta.
6- è frequente che un novello gamedesigner non riesca a trovare un editore, cosa pensi dell’autoproduzione?
Questo è normale. Ci sono tantissimi prototipi per un mercato che ne regge 2 o 3 al massimo ogni anno, è normale che la maggioranza non trovi spazio.
L’autoproduzione va benissimo :). E’ una bella cosa che dà soddisfazione e che ci permette di imparare tante cose del processo che parte da un’idea e arriva ad una scatola completa.
7- Talvolta la paura maggiore di un game designer quando porta in giro il suo gioco o quando lo invia agli editori è che qualcuno gli rubi l’idea, cosa puoi dire al riguardo?
Che non c’è niente da fare. Non esiste il diritto d’autore sulle meccaniche di un gioco o su di un regolamento. Volendo un editore può copiare un altro gioco tal quale e non succede niente (a parte la brutta figura).
Altro aspetto è che non è difficile trovare un buon regolamento per un gioco, ce ne sono tantissimi in giro, quindi “rubare” un gioco a mio parere non ha molto senso, e oltre l’immoralità e l’ingiustizia della cosa, non serve a niente.
Altro cosa da considerare è che sono stati inventati circa 60.000 giochi in scatola, ed è praticamente impossibile fare un regolamento completamente diverso da un altro se si usano sempre cartone, pedine, dadi, e via dicendo. Per qualsiasi gioco con un po’ di indagine ne posso trovare 3-4 molto simili, se non uno identico. Questo intendo in buona fede, senza plagio dell’autore.
Quindi alla fine questa paura va eliminata: andate e proponete!
8- Per finire: che consiglio daresti a qualcuno che intraprende oggi la via del game designer?
Che domanda! Mi vengono in mente un sacco di cose da rispondere un po’ spiritose e un po’ da presa in giro (e un po’ amare).
Se lo fa per divertimento allora che abbia molta pazienza e che si divertirà moltissimo se la prende con il verso giusto. Il mondo del gioco è affascinante e permette di conoscere un sacco di gente simpatica e interessante di tutto il mondo. Se invece lo fa per lavoro, allora cambiasse idea e cercasse un lavoro vero altrimenti sarà molto stressante!!!