Metaplot… o non metaplot? Questo è il problema…
Amarlo? Odiarlo? Usarlo? Ignorarlo?
In questo ultimo periodo ho sentito spesso pareeri contrastanti e discussioni accese su questo argomento che ritengo veramente stimolante, per questo mi sono deciso a prendere la tastiera e battere un paio di parole per sentire le vostre opinioni. Forse però è bene cominciare dal definire cos’è il metaplot.
Con metaplot (almeno nel mondo dei GDR) si intende l’insieme delle trame, sottotrame, intrecci che si svolgono nell’ambientazione di un gioco di ruolo in contemporanea all’avventura dei giocatori. E’ spesso confusa con la backstory di un ambientazione, che invece tratta della Storia del mondo dove si svolge la storia, narrando eventi che, per quanto fattori scatenanti che portano al deliniarsi del mondo di gioco, non vedono coinvolti i giocatori direttamente.
Una casa editrice che aveva fatto del Metaplot il suo marchio di fabbrica, almeno fino a 5 anni fa, è la white wolf, che con le varie linee del “Mondo di tenebra” aveva creato un intricato sistema di intrecci che si evolvevano di edizione in edizione, alle volte anche di manuale in manuale. Questa politica è però venuta a mancare 5 anni fà, con la chiusura del vechio mondo di tenebra (Owod) e l’uscita del nuovo mondo di tenebra (Nwod) la WW ha deiso di interrompere questa politica, optando per un approccio più libero e personalizzabile all’ambientazione… per continuare a spiegare le differenze frà i due approcci di gioco a questo punto prenderei in esame i due manuali simbolo dei due nuovi Mondi di Tenebra, ovvero VtM (Vampiri La Masquerade) e VtR (Vampiri il Requiem). Perchè questo confronto? Semplice, prima del cambio di politica della WW non si venivano a creare troppe situazioni di conflitto frà i giocatori “Metaplotitisti” e “Antimetaplottisti”. da dopo invece la discussione si è accesa, da una parte i Metaplottisti, schierati con la vecchia ambientazione VtM, e dall’altra gli Antimetaplottisti, schierati con la nuova ambientazione VtR.
i primi lamentano un’ambientazione magra e priva del fascino della vecchia ambientazione accusando i fan della nuova edizione di essere troppo svogliati per documentarsi sugli sviluppi del mondo di gioco, i secondi al contrario inneggiano alla libertà concessagli dalla nuova edizione e accusano i giocatori di VtM di preferire una storia già fatta piuttosto di perdere tempo a crearne una propria.
Insomma l’uscita di produzione di Vtm e l’entrata in commercio di VtR è stato un espediente per la creazione di un confronto (che spesso ha tinte da conflitto) frà le due visioni dievrse di gioco.
Io personalmente, per quanto fan della Masquerade, ho sempre avuto un opinione abbastanza morbida sul Requiem, ritenendolo un gioco che inserisce numerose innovazioni interessanti, ma una cosa che assolutamente non condivido, come scelta editoriale, è quella della rimozione del Metaplot, il motivo è semplice, non perchè mi piace avere la “pappa pronta”, ma perchè il Metaplot mi dà quel senso di mondo vivo e reale che una storia generica non dà, una storia generica ha il grosso difetto che finirà inevitabilmente per girare attorno ai giocatori, facendoli comparire come gli eroi supremi della loro razza, alla fine tutti gli eventi importanti succederanno soltanto se i Giocatori sono presenti, e anzi non succederà mai niente di “Insensato”, ovvero un evento importante e epocale che però non è legato alla storia che il narratore stà narrando. Uno stile di gioco del genere può andare bene per un gioco stile fantasy, dove i giocatori giocano effettivamente gli eroi, ma in un gioco horror moderno io cerco qualcosa di diverso. Se poi un evento del Metaplot è “scomodo” o và a intaccare l’integrità della cronaca che uno stà strutturando basta ignorare quel passaggio (per esempio io ho più volte ignorato deliberatamente la morte di Lodin perchè il personaggio mi serviva).
Tutto qui, spero di non avevrvi annoiato, e spero di poter scambiare la mia opinione con le vostre.
Il metaplot è bello per chi compra i manuale per leggerli e non per giocarci
Il metaplot è brutto per chi giocatore si è visto deprotagonistizzato dalla storia del tavolo.
il metaplot e le discussioni a seguito per me sono solo il sintomo della percezione distorta dei gdr.
Sinceramente mi sembra una visione un po’ estremista del gioco, per quale motivo il Metaplot dovrebbe privare il giocatore del suo ruolo da protagonista?
Certo sono d’accordo che un uso sbagliato da parte dei Master di questo strumento porti alla nascita di tanti PG-NG che svolgono la storia al posto dei giocatori, ma per quel che mi riguarda se in una campagna inserisco Lucita non vuol dire che sarà lei l’eroe della situazione, ma bensì uno spunto di gioco.
Per non contare che come già detto nell’articolo io non trovo il metaplot così invasivo, in 4 anni di gioco mi è capitato solo una volta di trovarmi a interagire da giocatore con eventi di Metaplot, e nonostante questo non mi sono sentito vincolato a seguirlo alla letterà (della serie “O mio Dio, quegli Assamiti stanno attaccando Moncada e io non posso salvarlo perchè non è scritto nel manuale”)
ma infatti io dico che chi lo odia è perchè lo ha sentito nelle proprie sessioni come un peso, una specie di leviatano su cui non puoi influire.
Non dico che sia un’esperienza che per forza di cose si verifica, dico che può capitare.
Il post è sul confronto tra le due fazioni, io ho solo esposto perchè secondo me si formano.
A me sembra che il metaplot restituisca vita e profondità ad un’ambientazione altrimenti piatta.
Come dice Dr.Zero “il metaplot è bello per chi compra i manuali per leggerli” ma anche per giocarli (aggiunta mia).
Inoltre è una cosa in più che se dà fastidio si può decidere di ignorare o modificare a piacimento come dice già Uriel nell’articolo. Quindi sinceramente non capisco il punto di vista degli antimetaplottisti.
@Dr.Zero: Ti chiedo scusa se nel mio primo post di risposta ti puoi essere sentito attaccato, lungi da me il cercare di imporre il mio punto di vista 😛
Come accnnato nell’articolo, l’ho scritto per creare una “Arena pacifica” per scambiarci opinioni su due visioni dieverse del gioco, senza lo scopo di arrivare alla fine e dire “Ok allora il migliore è…”, ognuno decve essere libero di giocare nel modo che ritiene più divertente per se e per il suo gruppo.
Infatti quello che cercavo di far capire dal mio commento e dal mio articolo è “I giochi senza metaplot sono una manna dal cielo per le persone che hanno Master che il Metaplot non sanno usarlo”, purtroppo però, secondo me, una simile scelta và a intaccare la tridimenzionalità del mondo di gioco.
Come sempre, un lato positivo per uno negativo
figurati!
Sono abituato a ben altro nei forum di gdr!
La mia opinione è che il metaplot serve più che altro per vendere manuali da leggere.
Prendi sine requie espansione sanctum imperium. Un manuale pieno di metaplot che ho letto di un fiato ma di cui userò l’1% forse. (30 e rotti euro)
Quando vedo metaplot penso sempre a una manovra per vendere espansioni più che a dare spunti. Spunti posso darne anche in maniera diversa dal metaplot, però diciamo che questo unisce l’utile al monetario.
hehe, sul fatto che il metaplot sia una strategia di vendita non ci piove, ogni manuale a suo modo lo è, che sia un compendio di regole, un manuale di ambientazione o un avventura prefatta, se così non fosse non verrebbero proprio pubblicati.
Per la questione degli spunti a mio avviso tanto dipende da chi lo legge, per me ad esempio sono ottimi spunti, mentre conosco gente che si appoggia totalmente alla Bkstory o alle meccaniche.
Io sono assolutamente a favore del Metaplot perché sono un fortissimo sostenitore del fatto che i PG si muovono dentro ad un mondo e non è il contrario, ovvero che è il mondo che ruota attorno a loro.
I giocatori con cui ho avuto a che fare hanno sempre apprezzato la descrizione o l’inserimento di eventi che non avevano stretta attinenza con l’avventura, ma approfondivano la loro esperienza di verosimiglianza dell’ambientazione.
E’ ovvio che come dice Dr.Zero non deve essere un peso… se uno fa solo metaplot il giocatore si sente trascurato… è vero che non è vero che tutto ruota attorno a lui (per esempio le cose in un villaggio avvengono SOLO quando lui è presente… se si perde per strada il master DEVE aspettare che ritrovi la via perché un certo evento succeda, e così via…), ma i “protagonisti” della storia sono loro.
C’è una misura in ogni cosa… io, come già avevo commentato per altri articoli, preferisco che mi si dia un gran numero di informazioni di tutti i tipi, anche nel dettaglio, e poi quello che non mi serve lo escludo… non sono però d’accordo nel separare gli argomenti, perché non è un passo in avanti verso una “educazione al GdR” che sia a 360°. Si rischia che tutti comprino quei pochi manuali indispensabili, ma che ci trovino solo regole, a volte astratte, ma nulla per introdurre realmente al GdR vero e proprio.
Quoto pienamente evanderiel, il Metaplot deve servire da supporto alla narrazione, non sostituirsi ad essa, cosi come i PNG non devono surclassare in importanza i giocatori, è una rottura di scatole quando hai sgobbato per arrivare a determinati obbiettivi e poi arriva l’eroe bello e tenebroso classe “Figodidio” e ti risolve i problemi davanti gli occhi.
A mio avviso il Metaplot è da considerarsi al pari di tutti gli strumenti che i manuali di Gdr ci regalano (neanche tanto 19 euro minimo :P) ovvero come un qualcosa la cui rendita effettiva sulla qualità di gioco dipende in buona parte dalla maturità dei giocatori e del master (il solito discorso si può fare sostituendo la parola Metaplot con regolamento)
Una discussione sull utilizzo del metaplot nei giochi di ruolo, deve partire da un presupposto semplice: il metaplot serve o non serve a far divertire di più i giocatori? Ricordiamoci che il gdr è innanzitutto un gioco e come tale lo scopo principale è il divertimento delle persone che si siedono al tavolo. Quando uscì il world of darkness ci fù un esplosione dell’ utilizzo del metaplot. Qualunque gdr uscito nei 10 anni successivi ne faceva un ampio uso da Seventh Sea a Deadlands. Un esempio delle conseguenze del metaplot è a mio giudizio Tribe 8 un gdr post apocalittico fantasy molto bello e a giudizio dei master che lo hanno letto con il più bel esempio di metaplot visto nel gdr. Una storia appassionante e molto complessa, con png curati dal punto di vista della storia e delle note di interpretazione, un mondo che si evolveva utilizzando una campagna molto lunga (almeno 2 anni di gioco per narrare quasi 20 anni del mondo). Un piccolo capolavoro del genere. Il problema è che mentre i master che avevano la possibilità di poter vedere la storia nella sua completezza potevano gustare la complessità e il realismo della storia, i giocatori si sentivano delle comparse che vivevano all’ ombra della storia principale senza la possibilità di influire su di essa se non come eroi minori. Piaccia o non piaccia il gdr è escapism, è fuga dalla realtà e in questa realtà si vuole essere il protagonista. Infatti negli ultimi anni il metaplot è quasi sparito dalla circolazione e la White Wolf ne ha soltanto preso atto.
Come ho già detto per me il Metaplot è un elemento che aumenta la qualità del gioco nekl complesso, e quindi anche il divertimento e l’immedesimazione dei giocatori.
Sinceramente il discorso del privare i giocatori del ruolo di protagonisti non lo capisco, il fatto che ci siano alcuni “VIP” non impedisce a mio avviso al iocatore di diventarlo lui stesso, il fatto che non sia scritto nel metaplot non vuol dire che non esista, il metaplot da solo alcuni eventi fissi, che possoo essere completati o sfiorati dagli eventi delle partite, che non necessariamente devono essere meno importanti.
Per quel che riguarda Vampiri si presta particolarmente bene a ridre importanza a i Giocatori, se giocato bene, tutta l’attmosfera da complotto, le cospirazioni i doppi giochi ecc. permettono a un qualsiasi personaggio di diventare potenzalmente il personaggio più potente e influente dell’ambientazione sensa necessariamete diventare il più famoso.
Comunque il presupposto importante è “se un personagio non è ufficiale non vuol dire che non sia esistito.”
Quoto Uriel, ma poi non mi torna l’assunto GdR = Escapismo. Escapismo per chi? forse per il nerd sfigato quattordicenne americano grasso con i brufoli e gli occhiali a fondo di bottiglia. Per me il GdR è solo un modo per divertirmi in modo intelligente e creativo, non per scappare dalla realtà e sono sicuro di non essere il solo a pensarla così anzi mi sa che non siamo nemmeno la minoranza a pensarla così ora che ci penso.
Sono sicuro che Uriel utilizzi il metaplot in maniera non costrittiva e anche io lo intendevo così finchè come DR. Zero non mi sono accorto che dopo aver comprato il manuale di “metaplot” mi trovavo a poter utilizzare una minima parte di quello che trovavo, cosa abbastanza fastidiosa visto che con gli stessi soldi in libreria potevo trovare materiale più interessante.. Perchè spendere 30 euro per 200 pagine di mediocre “narrativa” quando con la solita cifra in libreria potevo avere 2000 pagine di “narrativa” migliore? Il ritorno del concetto del gdr come tool kit si basa proprio sull idea che creare il proprio mondo e il proprio metaplot sia più “personale” dell’ appoggiarsi ad un mondo gia costruito.
Per esempio se devo masterizzare un ambientazione preferisco farmi un giro su internet, leggermi qualche recensione e poi passare in libreria. Voglio essere io a creare il mio metaplot, i miei png e a inserire in quello che faccio cio che mi pare senza essere limitato da un metaplot scritto da altri. Per quanto riguarda il termine “escapism” non confondete “l’evasione del prigioniero dalla fuga del disertore”
Probabilmente ho utilizzato il termine in maniera non corretta. Se Tom joad si è sentito offeso me ne scuso….
nono, non sono affatto offeso, volevo solo far notare che io (e altri come me) non scappo da niente quando gioco ad un GdR, anzi 🙂
Per quanto riguarda il metaplot: quando dici “voglio essere io a creare il mio metaplot” dici una cosa giustissima. Di fatto però, non so te, ma io nella vita faccio altro, lavoro studio ecc e i GdR sono un mio hobby e per tanto non riesco a stare 8 ore al giorno per degli anni a creare metaplot. Al massimo ne posso creare 1 e per quanto non penso nè di avere meno fantasia nè di essere meno intelligente di quelli che creano i metaplot per wotc, ww ecc loro sono pagati per farlo. Dedicano la loro vita a quello perchè oltre che (forse) un hobby, per loro è in primis un lavoro. Ora io potrei anche essere il miglior scrittore di metaplot al mondo ma visto che provo un gioco di ruolo nuovo al mese di media quasi, non riesco ad essere così produttivo, mi ci vuole meno a studiarmene uno già fatto che non a crearne uno mio sempre nuovo da 0.
Per di più alcuni metaplot sono fatti così bene (come quello del world of darkness) che non varrebbe la pena di rimpiazzarlo con uno che rischia di essere peggio. Non fraintendermi, a volte l’ho fatto e anche con soddisfazione quando facevo campagne che duravano anni, ma ora, semplicemente, non ne vale più la pena.
Pertanto resto della mia idea: benvenga il metaplot in tutti i gdr e a chi non piace / lo sente come un ostacolo ecc si senta pure libero di ignorarlo. Magari avrà pagato 5 o 10€ in più per qualcosa che non gli serve ma mentre pensa di aver buttato via dei soldi pensi a me che invece la stessa cosa nellos tesso momento mi starà salvando la vita 😉
Capisco il yuo punto di vista, ma secondo me stai sbagliando metro di giudizio, è logico che se mi parli del metaplot in termini di “narrativa” può non reggere il confronto con i Romanzi veri e propri (e anche quì si può dissentire, da qualche parte ci dovrebbe essere sempre una discussione sul GDR e la Letteratura) .
Per il fatto che in una sessione del metaplot usi una mimima parte in una cronaca non sono del tutto d’accordo, ogni evento lascia la sua scia sull’ambientazione, così quando “si attiva” un evento, anche se tocca solo minimamente i giocatori, può essere passato in backstory e risolto più avanti nella cronaca.
Altra cosa il metaplot come già detto deve esere una fonte di spunti, ciò che ti sembra utilizabile a te magari e utizabilissimo da altri, un esempio il manuale Sanctum Imperium, io quando l’ho letto lo ho trovato come una miniera di spunti, sicuramente per campagne divere, tipologie di personaggio diversi e diverse locazioni della penisola, ma non ho trovato nulla che fosse inutilizabile.
Altri elementi che possono sembrare inutili in realtà a mio avviso sono fondamentali, come i pensieri dei PNG, che aiutano il master che li deve inpersonare a evitare di giocare un brutto stereotipo, errore in cui a volte cadono anche i migliori… :P.(anche se a essere sinceri questa ultima partte non è prettamente metaplot)
per la spesa è vero scoccia sempre comprare un manuale che non apprezzi, ma comunque nessuno ti obbliga, la solita cosa da te descritta a me capita quando compro manuali di Regole, o cataloghi di armi e equipaggiamenti, mi viene da pensare ma è effettivamente utile per la qualità del gioco conoscere la differenza di Danno frà un Revolver e una beretta… Pensandoci un esempio perfetto di questa cosa dato dalla mia esperienza personale cel’ho…”COTERIE” qualcuno mi spieghi di che me ne fò di un manuale che spiega come strutturare un avventura con più di 1 giocatore, ogni tanto provo a rileggerlo nella vana speranza di non aver buttato via i miei soldi, ma purtroppo lo trovo sempre un corollaio di banalità a cui anche il Master più scarso poteva arrivare. Nonostante questo però ho sentito anche alcune voci positive su questo manuale.
questo è l’articolo sulla letteratura a cui ti stavi riferendo 😉