Allineamento…allineamento…cosè l’allineamento?
Nel corso della mia carriera di giocatore mi sono spesso trovato d’avanti a diverse interpreatzioni di questa “oscura parloa”… chi diceva che andasse giocato in un modo chi in un altro, spesso intere sessioni e party sono basati su questa singola variabile…ma cos’è di preciso l’allineamento?
Citando il manuale del giocatore di Dungeons and Dragons (3.5):
La moralità e l’atteggiamento di una creatura verso gli altri vengono definiti dal suo allineamento: legale buono, neutrale buono, caotico buono, legale neutrale, neutrale, caotico neutrale,legale malvagio, neutrale malvagio, caotico malvagio […]
Insomma, l’allineamento sarebbe una spece di misto frà psicologia, morale e ideali di un personaggio.
Questo sistema nel corso degli anni ha avuto non poche critiche, venendo giudicato spesso come troppo schematico e banalizzante ( le categorie fornite vengono spesso considerate insufficenti a racchiudere la complessità della mente umana). Tant’è che, probabilmente a seguito di tali critiche, nell’ultima versione di D&D l’allineamento ha subito una radicale modifica a partire dalla definizione:
Se il personaggio sceglie di seguire un allineamento, si dichiara fedele a determinati principi morali: può essere buono, legale buono malvagio o caotico malvagio. A livello cosmicho, l’allineamneto è la “squadra” in cui il personaggio crede e per cui combatte con maggior convinzione
Insomma da fattore psicologico diventa stile di vita, per di più si nota una diminuzione del numero degli allineamenti disponibili (da 9 a 4) con però la possibilità di tenere il proprio personaggio al di fuori di queste due fazioni, mantenendolo senza allineamento.
A questo punto sorge spontanea la domanda…Perchè questa lezioncina?
Semplice, per arrivare a un altra domanda :P… cos’è per voi l’allineamento? Come lo interpretate, o come vorreste fosse interpretato nelle vostre partite? Vi ha mai creato problemi? cose del tipo:
DM: hehe non scopriranno mai chi è l’assassino
PG: Fò percezione del male su tutti i presenti…
E chiudo con un altra domanda, a cui anchio risponderò (ma solo dopo aver letto le vostre risposte:P) Secondo voi sono possibili Party misti? (del tipo buoni e malvagi assieme) E in che misura?
A voi l’ardua sentenza…
Dell’inuilità dell’allineamento avevo già parlato in occasione della recensione al manuale del giocatore.
Oltre alla vergognosa scelta di escludere del tutto gli allineamenti negativi, il fatto che sia rimasto in pratica solo come “discriminatorio” in caso di incantesimi o uso degli oggetti ne ribadisce l’inutilità.
Il DM dovrebbe conoscere il giocatore e quindi dovrebbe anche sapere quando e come far funzionare un oggetto/incantesimo anche senza avere determinati allineamenti (che come dici, rovinano spesso missioni in cui il buono/cattivo di turno stanno cercando di “infiltrarsi” nella squadra avversaria).
I party misti sono difficili da fare, ma sono possibili. In generale so che tenere un segreto è molto difficile ed essere di un allineamento opposto è il genere di segreto che spingerebbe il giocatore a parlare in privato al DM ogni volta.
Bisogna poi riuscire a tenere separato il metagioco (ovvero la conoscenza dei giocatori) che non sempre succede quindi alcune azioni, anche inconsapevolmente, vengono fatte con lo scopo di smascherare i segreti anche se i PG non dovrebbero sospettare nulla.
Non sono mai stato concorde con gli allineamenti, per lo meno potevano adattarsi a vecchi giochi, e poi come giocatore li ho sempre considerati limitativi. Oggi li trovo quasi anacronistici come un qualcosa del passato che si ricordi con quel pizzico di malinconia ma che non usi più, come i gettoni telefonici, le radioline portatili. No penso che non riuscirei più a fare alcun gioco che prevede gli allineamenti. Potevano a suo tempo quando nessuno aveva grandi conoscenze di mondi mitologici e fantasy servire per descrivere ruoli di png o incrementare la conoscenza di quel particolare mondo. Mettiamola cosi.. per quanto io mi sia sforzato da ragazzino a essere un buon paladino, il mio allineamento restava caoticobuono. Questo perchè potevo si sforzarmi di interpretare quel personaggio ma dietro ero sempre io. Un poco come chi nel gruppo essendo un ragazzo vuole interpretare una bambina di dodici anni. Mai capito. Per me il gdr e avventura, scelte, trama, momenti epici evocati dalle scelte in un’avventura mai scritta. Non sono mai stato portato nel calarmi nei panni di un essere di fantasia troppo diverso da me esaltandone la recitazione, maggiormente gravata da restrizioni date da un allineamento. Per me quando gioco gdr e creare la trama ricreare l’atmosfera il pathos mettere i giocatori di fronte a scelte improvvise e determinanti che solo grazie a arguzia e logica possono trovare soluzione.
Io mi sentivo castrato negli allineamenti.
Come accennato ecco il mio parere…
Secondo me l’allineameto non è da considerarsi come uno stile di vita, almeno se vuoi un gioco scorrevole, ma come una tendenza, una predisposizione, una spece di “tentazionometro”, ovvero quanto il tuo Pg è predisposto a comportamenti scorretti e/o amorali, questo non vuol dire necessariamente che se ha un allineamento Malvagio vada in giro vestito di nero a mettere sotto le vecchiette con il carro…
Paradossalmente con il mio punto di vista un malvagio potrebbe anche parteggiare per il bene, ci vuole poco, basta che il guerriero o il mago di turno, magari devoti di Pelor o di un altra divinità benigna, siano abbastanza megalomani e disillusi da ritenere l’umanità senza possibilità di redenzione, quindi d’inanzi a un qualsiasi nemico non mostreranno la minima pietà o comprensione…
così come un personaggio buono potrebbe parteggiare per il Male… Magari una Guardia nera di Bane potrebbe sognare una Tirannide illuminata protetta da un possente esercito che fà il meglio per i cittadini (Che i cittadini lo vogliano o meno…)
Insomma a mio parere la cosa veramente scomoda degli allineamenti sono le limitazioni… cose del tipo (i paladini sono tutti buoni, o i Bardi sono tuttidisonesti), anche perchè alle volete sono messe veramente a casaccio (non ho ancora capito perchè un bardo non può essere Legale mentre un Ladro si…)…
Per quel che riguarda parti misti io sono favorevole, soprattutto in vista del relativismo espresso sopra.
a me l’allineamento piace.
bum.
é rapido, schematico, lineare, chiaro.
se con pochi colpi di scalpello ed un idea, forse un’immagine mentale del personaggio che vogliono giocare, i giocatori possono dare il via a un percorso che li porta a concretare i loro personaggi nell’ambientazione e nel gruppo “strada facendo”, è un male che uno degli scalpelli usati possa essere (a volte) l’allineamento?
poi è chiaro che se “individuazione del magico” funziona, se l’allineamento è una caratteristica genetica costante e visibile di tutti i personaggi, siamo nei guai.
però io ricordo con grande piacere una campagna in cui, alla prima sessione e per caso, scoppiò una discussione sul fatto che fosse una grave ingiustizia o no una esecuzione di sconosciuti, per ragioni ai personaggi note solo nel racconto di un png che non si poneva domande, a kilometri di distanza nella direzione opposta a quella di marcia.
due dei giocatori avevano “fatto i compiti” ed avevano background kilometrici, altri due sapevano più o meno che erano un “chierico di una divinità ufficiale e violenta” (legale qualcosa?) ed una “ladra, ma un po’ brava ragazza che non ho voglia di negatività” (caotica buona?) tutti e quattro avevamo posizioni da difendere e capire, sottintesi da esprimere e solidarietà “epidermiche” da condividere aldilà del linguaggio verbale. io giocavo un cavaliere-nobilotto in cerca di legittimazione, che in effetti non riseco tuttora a definire in termini di allineamento: ma perchè farlo?
quanto tempo “off” possiamo dedicare a studiare i dettagli dell’ambientazione, discutere col futuro master delle sue interpretazioni, della trama che vuole impostare, prima di iniziare una nuova campagna?
io, sinceramente, spesso mi trovo a poter scegliere i giocatori, ed un sistema di gioco:
“ehi, tizio ha un’idea per una campagna di chtulu, in cui i personaggi sono giornalisti, c’è anche caio, ti va?”
“certo simona! e paolo? il martedì non può più?
“no, è un peccato, vero?”
“già…. ma era chtulu ’20 o ’90?”
Si, mediterraneo, la critica è che quello “scalpello” come lo chiami tu, io lo trovo un po’ grossolano. Un po’ troppo. Può andare bene ma con una miriade di “se” e di “ma”, non basta da solo a definire la personalità di un personaggio, il carattere, la psicologia ecc. Talvolta è un ostacolo perchè mette dei paletti a cose che sarebbero più belle se lasciate alla pura interpretazione del giocatore e talvolta sono addirittura prerequisiti per classi e/o talenti ecc. Insomma, se proprio devo definire la personalità del mio personaggio con 1 solo termine a questo punto preferisco “natura” e “carattere” di vampiri, ma anche quelli mi sanno di oltremodo costrittivi.
Hai ragione Tom Joad!
(E grazie per il bel sito, già che ci siamo!)
Condivido la tua critica.
Però mi è piaciuto molto anche l’articolo che hai scritto sulla “Regola 0”
Pechè non usare, quando è utile, e solo quando lo è, qualunque strumento aiuti la creatività?
Un’immagine, una motivazione di DC Heroes, un racconto che hai letto…
Soprattutto quando qualcosa è facilmente condivisibile dai giocatori tutti (quelli che interpretano personaggi e quello che dirige il gioco).
Si, su questo hai ragione, da che mondo e mondo la creatività è stimolata dai limiti più che dalla libertà, in questo senso ben venga l’allineamento… io, però, la rule 0 la userei per cassare l’allineamento e sostituirlo con qualcosa di meglio 😛
ps: grazie per i complimenti 🙂
Io non mi reputo un totale detrattore dell’allineamento, senza dubbio per chi si approccia per la prima volta a i GDR è una manna dal celo (o un mana? :P), ti risolve molti problemi di caratterizazione del PG, ma con il passare del tempo e l’aumento dell’esperienza (del giocatore non del personaggio) comincia a essere restrittivo, e ti accorgi che non è sufficente a descrivere il tuo PG, per questo a mio avviso è da considerarsi molto alla leggera come “Influenza” sulla vita di un PG, secondo me è meglio che faccia da linea guida per le attitudini del personaggio più che per la sua psicologia…
Con i miei amici e compagni di avventure è spesso nata la discussione riguardante gli allineamenti. Alla fine sono giunto ad una conclusione: dipende dall’ambientazione. In molti giochi di ruolo l’ allineamento non esiste, il personaggio è definito tramite una descrizione o un concetto e il suo profilo è raccontato nel background. In D&D il discorso è diverso, qui è l’allineamento che ne determina gran parte del carattere. Dungeon and Dragons è un gioco dove il bene e il male sono profondamente scissi e ben distinti. Basti vedere Dragonlance, in questa saga esistono tre tipologie di maghi: Le vesti bianche (maghi buoni) le vesti rosse (maghi neutrali) e le vesti nere (maghi malvagi). Nella vita reale una persona non può essere racchiusa in uno dei nove allineamenti: un assassino nella realtà è un “malato mentale”, mentre in D&D apparirebbe come un malvagio. Il malato mentale può essere curato, il malvagio no. Pensate adesso alla vostra vita e provate ad immaginare un mago che lancia su di voi “individuazione dell’allineamento”. Cosa ne verrebbe fuori? Non ne avete idea. Tali sono le sfaccettature del vostro carattere che risulta impossibile collocarlo sotto una delle “nove colonnine”. Potrete rispondermi: “si ma io mi sento più vicino al caotico buono, al caotico neutrale..etc.”, e probabilmente è così (io mi sono sempre sentito un legale buono :D), ma in D&D determinare con rigore la “fazione” cui si appartiene è importante, visto che non viene considerata solo una linea di condotta, ma proprio una caratteristica come possono essere gli occhi azzurri o i capelli biondi. L’allineamento in D&D è tangibile al punto tale da poter essere bersaglio di magie o influenzato dagli oggetti magici. Se volete un consiglio non cercate quindi un eccessivo realismo in D&D ma vivetelo come una fiaba dove è possibile interpretare potenti eroi (o magari i loro sadici antagonisti ;)) e lasciate la profondità psicologica ad altri giochi che lo permettono.
Per rispondere alla domanda dei parti misti: si è possibile, ed è anche divertente. Solo che non si può pretendere che i PG arrivino tutti insieme felici e contenti al 20°. (Io sono un fun delle avventure eterne, c’è poco da fare:D)
@EffEmmE: benvenuto sul GdRblog. Il fatto è che io guardo all’allineamento dalla prospettiva opposta. Tu dici “l’allineamento fa parte integrante delle regole e dell’ambientazione quindi è imprescindibile” io dico “l’allineamento è una costrizione forzosa e banalizzante, sarebbe meglio che non facesse parte delle regole così da poterlo usare solo come modello interpretativo non vincolante”. Tutto qui, per il resto condivido la tua analisi.
ps: grazie anche a te per i complimenti 🙂
mi sono divertito alquanto a leggere i vostri commenti sull’allineamento. io ho giacato per tanti anni quando ero ragazzo e devo dire che li ricordo con grande nostalgia perchè erano anni in cui uscendo con gli stessi amici giocatori si passavano ore intere a discuttere del fine partita. io nel bene e nel male ero master e ho fatto campagne lunghe diversi anni e gli amici di viaggio li hanno condivisi come una seconda vita parallela fatta di magie, oggetti, personaggi enigmatici, combattimenti…
la mia persona esperienza è che giocando a rolemaster, un sistema di gioco piuttosto inconsueto ma molto evoluto, mi son reso conto che il mio gioco di ruolo era molto distante da quello che facevano quasi tutti, un gioco di nicchia, fatta da gente cervelluta e ogni uno con il proprio sapere rendeva il tutto estremamente bello.
in generale l’allineamento è abbastanza superfluo perchè per quanto ci si sforzi ad interpretarlo salta sempre fuori il proprio, però può essere uno spunto per iniziare. solitamente comunque l’allineamento ha anche uno scopo tecnico, permette l’accesso a determinati poteri.
ad esempio ho visto un chierico nero essere sempre molto buono ed usare gli incantesi terribili sono quando era costretto (i buoni lo perseguitavano), mentre chierici buoni riuscire ad uccidere un proprio compagno semplicemente trovando la scusa plausibile per il master per non curarlo…(es mettersi in condizione di non poter lanciare più incantesi), capite bene che un allineamento può solo influenzare l’apparenza e la forma. io personalmente non ho mai premeditato un personaggio.
lo creo e i numeri e l’ambientazione creano il resto, personaggi che stavano dentro di me da sempre e che non sospettavo che esistessero. i giocatori di ruolo ecclettici solitamente sono persone molto interessanti per gli psicologi (per questo ne stò alla larga)