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Sine Requie: Prologo alle Infralive in attesa del Live

Giusto per renderti partecipe del punto in cui siamo arrivati con la nostra piccola comunità di Collegalli, protagonista del Larp della Nox liberamente ispirato a Sine Requie, posto il prologo delle Infralive.

PROLOGO
Tutte le storie iniziano con “C’era una volta…”, tutte le storie iniziano con una situazione di stallo, di tranquillità, una superficie liscia che viene infranta da qualcuno che ne fa increspare la superficie, scombinando l’armonia e gli equilibri di tutti e forse questa è stata la storia di questa piccola comunità, di questa piccola famiglia che ogni giorno scrive il suo destino e la sua storia tra le pagine di un mondo che non lascia spazio alla semplicità.

Questa stagione sembra essere tanto pazza quanto gli animi delle persone che popolano la terra, sembrava che l’inverno con il suo gelo e le sue difficoltà avesse deciso di non arrivare, avesse deciso di fare un regalo a chi ha già molti pensieri e molte difficoltà nel sopravvivere, ma non è stato così. Un colpo di coda, un risveglio del grande gigante gelido ha fatto calare il bianco manto del silenzio sulla terra. Adesso tutti sono costretti a rimanere in casa a fermarsi a pensare. Milioni di pensieri, ricordi di parole, forse le ultime, biglietti scritti con un ultimo messaggio, sguardi tristi, speranze per il futuro e paure, tutto questo si affolla nella mente di chi, per colpa della neve, è costretto a fermarsi a pensare un po’ a se stesso e alla propria vita.

Ma la neve e il freddo non possono interrompere la catena della vita, i morti non hanno bisogno di mangiare, i vivi sì e alcuni più di altri hanno bisogno di stare in forza. Così, lentamente tutti ritornano alle proprie faccende, chi con più decisione, chi con parole e pensieri che hanno un sapore amaro. Nella piccola parrocchia di Collegalli sono rimaste poche persone, poche rispetto a quelle che un tempo l’abitavano, la vita ha portato molti a compiere delle scelte, altri vi sono stati costretti. Tante piccole storie che si inseguono e si intrecciano, nell’attesa che il tempo passi e che qualcuno riporti all’ordine questa terra straziata dai morti e dalle barbarie di chi fa della forza e della violenza l’unica arma possibile.
Un medico, che con impegno e zelo presta le sue cure a tutti coloro che ne hanno bisogno, che si porta sulle spalle una triste storia, che è tornato, è tornato dalla sua famiglia, da coloro che lo fanno sentire a casa. Lui, da solo nella misericordia aiutato dalla suora, lei che quando è arrivata da voi era una giovane in cerca della sua strada, si trova oggi a vestire i panni di una serva del Signore, ma che in ogni suo gesto cela un amore e una voglia infinita di dare una mano alla sua piccola famiglia di Collegalli.

Porgendo un orecchio non si può non sentire il rumore di chi lavora, ritmico, quasi musicale, si diffonde nella vallata il suono del metallo contro il metallo e del legno tagliato da mani esperte. Qualcuno si sta dando da fare per concludere un lavoro lasciato a metà, alternando riparazioni alla realizzazione di oggetti da vendere o da scambiare. E’ strano vederli lavorare assieme, colui che materialmente esegue le pene e chi ne ha subita una, là dove ci dovrebbe essere paura adesso c’è collaborazione, ci sono sorrisi, c’è voglia di costruire e non di distruggere. Il falegname e il fabbro, legati, da eventi comuni.

C’è poi chi sta lentamente imparando, chi, per necessità e per voglia di rendersi utile sta cambiando la propria natura, sta imparando a procurare cibo per tutti. Si parte come scrittori e si finisce a lavorare la terra, strano il destino delle persone, è proprio vero che questi tempi costringono a cambiare la propria natura, ma lo si fa in funzione della vita e della ricerca della serenità. Così si parte, al mattino presto, per far ritorno alla sera tardi con la speranza di portare qualcosa per mangiare. Proprio come chi si addentra nel bosco, abile nel piazzare trappole, abile nel fiutare la preda, alla ricerca di cacciagione, nella speranza di non apparire solo come un ospite scomodo che arriva da Bucciano per ricongiungersi alla sorella e torba la stabilità di una famiglia.

Piccoli gesti, piccole gioie quotidiane, che lentamente creano una cornice di semplicità, una folle ricerca di normalità, sapendo che non sarà possibile, ma continuando a sperarci comunque. Quante cose sono cambiate e quante ancora cambieranno? C’è una persona che più di tutti porta sulle spalle i segni dei cambiamenti che si susseguono. Il padre Semplice, un uomo buono, un padre, che si cura di tutti, anche a scapito di sé, che vigila sulla piccola parrocchia. Lui si che porta con sé tutti i cambiamenti. Solo quel cancello ha visto partire chi con lui era arrivato. Tante storie si sono aperte e si apriranno di fronte ai suoi occhi, tante se ne sono chiuse e se ne chiuderanno, simbolo della Chiesa, emblema del potere del Sanctum Imperium, lui rimane con voi, vi ascolta, vi parla. Vi dedica la sua vita.

Ma non è questo il tempo per lasciarsi abbattere dalla tristezza, per chi parte c’è sempre qualcuno che arriva, che torna e allora si ricomincia, si continua a mettere insieme i pezzi di tutti, nella speranza di far tornare una bella composizione, armoniosa.
Caterina, la giovane protetta di padre Maximilian, sembra più che mai indaffarata, adesso è lei a prendersi cura dei preti, è lei a gironzolare per la casa e a mettere tutto in ordine. Con lei Felipe, sconta la sua pena, per aver contravvenuto alla legge e Martina, vorrebbe fare qualcosa, ma tutti glielo impediscono, adesso lei deve pensare ad altro, deve pensare a se stessa…

Ed ecco che la vita di nuovo sembra giocare scherzi strani, in un mondo fatto di paura e di deprivazioni c’è ancora spazio per l’amore e forse Collegalli ne è l’esempio più grande. Prima il matrimonio del Portavoce, in tempi scuri quelli che segnano gli anni dopo il giorno del giudizio, vedere che due anime trovano la loro strada per formare una famiglia è la cosa più bella che si possa desiderare. Ora altre due persone, una coppia diversa, forse all’opposto di quella del Portavoce e della mestrina, forse tanto strana e bizzarra da segnare ciò che caratterizza questi giorni. Felipe, il falegname e Mary, l’americana arrivata per caso. Entrambi con un passato non certo da ricordare, entrambi figli di terre lontane dalla vostra… sono la seconda famiglia che nasce nella chiesa della parrocchia di Collegalli.

La vita scorre, lenta, come è giusto che sia nelle campagne, come è giusto che sia in questi giorni, ma gli animi di tutti fremono. Non si può dimenticare ciò che è successo, non si può non pensare a quello che vi sta per venire incontro. Il sogno, una forma di aiuto o la mano del diavolo. Con quali strani modi Dio comunica con le sue creature? quali stratagemmi può usare il demonio per corrompere la mente delle persone? A chi dare credito? quale pista seguire? a chi chiedere aiuto?
E’ con queste domande che ha inizio un nuovo capitolo della nostra storia…

E domani ventiquattro ore non stop di live di Sine Requie!!! 🙂

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