You are here
Home > Giochi di Ruolo Live > Live di Sine Requie N°8: Il riposo di Isacco

Live di Sine Requie N°8: Il riposo di Isacco

Posto qui prologo ed epilogo dell’ottavo capitolo della cronaca live del gruppo Nox liberamente ispirata a Sine Requie.

Prologo

D’improvviso, come se di punto in bianco si iniziasse a voltare pagina, anche il tempo decise di mutare. Fino ad oggi la stagione vi aveva concesso un autunno lungo e caldo quasi come la primavera, ma poche erano state le occasioni per potersi godere le calde giornate. Dalla fine dell’incubo sono successe molte cose, c’è chi è passato, c’è chi è arrivato per rimanere. C’è chi è partito per salvare la comunità, c’è chi è partito per salvare una città e infine c’è chi rimane a veglia del vostro baluardo. E’ proprio vero, la vita scorre nelle sue piccole cose e nelle grandi imprese.
La comunità di Collegalli comincia a prendere una sua forma, una sua struttura: il padre Semplice che vigila sulle vostre anime, il Castigatore, che con la sua ferrea disciplina mantiene saldi i principi dell’Imperium, gli excubitores che sorvegliano e mantengono la vostra sicurezza. Tutti hanno un compito da svolgere, tutti lavorano per mandare avanti la piccola comunità.
Tanto tempo è trascorso, da quando il primo nucleo di voi si è insediato e ha rinunciato all’indulgenza plenaria di Bucciano, che vi aveva mosso verso la Toscana e verso la Diocesi di San Miniato. Questo 1953 ha riservato molte novità. Alcune belle, altre terribili, come se il mondo in cui vi trovate avesse uno strano senso della giustizia, come se in questa realtà non esistesse la tranquillità assoluta, come se ad ogni progresso verso la pace qualcuno tendesse a destabilizzare gli equilibri che si creano. Chi sia non è dato saperlo, alcuni dicono che sia Dio stesso a muovere i fili del destino dell’uomo e a scandire i giorni del giudizio finale, altri si appoggiano al destino, all’inesorabile susseguirsi degli eventi. A voi spetta vivere, o meglio tentare con tutte le vostre forze di sopravvivere lottando contro pericoli oggettivi oppure tenendovi aggrappati a spiragli di realtà che sembrano così rari dopo il 1944. Una vita fatta di emozioni, emozioni vissute nell’intimità oppure condivise, ma pur sempre emozioni, quella cosa che fa sentire l’uomo vivo. Perchè in fondo non conta che siate preti, suore, combattenti, maestri, semplici contadini o reduci, in fondo siete tutti esseri umani, persone che sopravvivono in questo mondo deturpato dal risveglio morti.
Momenti di gioia come l’unione di due persone che si amano alternati a momenti di terrore e disperazione per la scoperta dell’orribile abominio che rischiava di minare la sopravvivenza di tutti voi, l’aiuto dei templari, il terrore dell’Inquisizione, tutto passa e scorre, come il tempo che inesorabile fa avvicinare il nuovo anno. Un anno che avrà inizio con delle novità. Ormai la piaga dei Sant’Eccidio non sembra più avvolta dal mistero, grazie alle abilità investigative degli Excubitores, sostenuti dall’intervento di vecchi e nuovi amici sembrano aver portato luce su un caso che si appresta ad essere risolto. Alcuni di voi partiranno per porre un punto a questa vicenda, mentre Dante, il vostro templare, l’uomo che in più di un’occasione vi ha salvato la vita si appresta a svolgere uno dei compiti più difficili per quelli come lui, partire per liberare una città: Lucca. Ma non è tutto. Tra di voi c’è chi ha fatto una scelta, c’è chi ha deciso di accogliere una grande responsabilità: educare una giovane ragazza. Sapete che quello che doveva essere un viaggio per riportare al suo tutore una ragazzina scappata si è trasformato in qualcos’altro. Si, il vostro padre castigatore è divenuto tutore della giovane Caterina, a lui spetterà vegliare su di lei e a voi avere in casa vostra una giovane, forse troppo giovane, anima.
Anche il piccolo borgo di Collegalli inizia ad avere una sua conformazione, una chiesa, una casa, una misericordia. Sembrate sempre di più un piccolo villaggio e questo sicuramente attirerà su di voi le attenzioni dei viaggiatori. Attorno a voi il mondo è in continuo movimento, tante sono le novità, tante le trasformazioni, i cambiamenti, le alleanze e gli attriti. Non siete soli, non siete un’isola nel nulla, siete parte di un sistema, parte di una regno, parte di un Impero.

Epilogo

Vento e freddo, è così che si conclude il secondo capitolo di questa grande storia. Il primo mese di questo nuovo anno chiude i suoi battenti con una triste grigia giornata dove i volti di tutti vengono solcati dal freddo e dalle lacrime. Scoprire che chi era morto è tornato dall’inferno, sulle proprie gambe e perdere chi da più o meno tempo era diventato parte del piccolo mondo di Collegalli. In questa terra dove la signora della morte non cammina più e lascia che i defunti sazino la loro eterna fame a spese dei vivi, un lembo di terra si anima con le sue persone, con le loro piccole storie. Era arrivata con Padre Virgilio, lei, la Vergine di Ferro, la francese pronta a tutto, anche a morire pur di difendere il buon vecchio prete e oggi se ne va, verso una nuova vita, lasciando dietro di sè volti tristi per aver perso una parte importante, una colonna portante. Non ci sono parole che possano descrivere quanto è accaduto, solo sguardi, solo lacrime. Nel cuore il peso di dover trovare la forza per reagire a tutto questo, per continuare a lottare, giorno dopo giorno, per difendere la vita, per scappare alla morte. Poi lui, il giovane americano, un sopravvissuto come molti altri, ma con un cuore grande, colmo di altruismo, da subito pronto a mettersi a disposizione del prossimo. Forse troppo diverso per poter resistere in questo mondo, forse troppo eroe per poter rimanere fermo in una Parrocchia, ha scelto di andare, perchè la libertà vuol dire poter scegliere, vuol dire poter tracciare il proprio destino. E con lei ha intrapreso una lunga strada lasciandosi alle spalle quella che, momento dopo momento stava diventando una famiglia. Una grande famiglia.
Rimane solo il vento, il gelido vento che annuncia l’arrivo, chi sa, della neve. Proprio ora che l’inverno sembrava dover finire. Con loro parte un pezzo di tutti voi, con loro se ne va una parte della famiglia, come il figlio, che ormai grande lascia il caldo nido per avventurarsi al di fuori delle mura familiari e tracciare così il suo destino. Ma non è un addio, la loro partenza lascia qualcosa, un eredità, un pensiero, un messaggio ed è su queste piccole cose che si deve rimettere insieme i pezzi.
La legge fa il suo corso. Questo non lo si può evitare e per chi si affida nelle mani del giudizio della Chiesa ha inizio un lungo cammino. Il contadino Romagnolo, arrivato con la sua compagna, con lo spirito di costruirsi una nuova vita, lontano dai fantasmi del passato si allontana lasciando sventolare la coperta a quadri che gli scalda le spalle. Non da solo, non libero. Assieme a lui un corteo fatto di ecclesiastici e di frati. E’ triste non sapere quale sarà il destino che lo attende, quale sarà il giudizio della Chiesa, dell’istituzione che in Italia ha preso il potere e lo mantiene con il pugno duro, con il sapore antico di un impero Papale basato sulla paura e sulla costrizione. Con lui anche l’errante, simbolo di forza e giustizia, nella sua scintillante armatura, con il volto solcato dai segni di tante battaglie. Chi sa, se riuscirà a tornare anche questa volta, chi sa se liberare Lucca sarà solo una tappa del lungo cammino che spetta a coloro che fondano la propria vita sul voto di protezione del prossimo dagli abomini che l’inferno rigetta sulla terra. Lento si incammina verso il suo destino.
Chi rimane si scalda allo scoppiettio del fuoco, nella piccola stanza del camino. L’Excubitor ferita, ferita quasi a morte è un segno di questi tempi, è un monito che dice a tutti che non c’è il tempo di abbassare la guardia, che non si può smettere di stare allerta, mai. Questi sono tempi duri per l’uomo, a volte sembra che non debba esserci spazio per i sentimenti, per l’amore, ma forse non è così, forse non è giusto che sia così.
Lentamente la luce del giorno si spegne, lasciando il passo alla gelida morsa della notte. Si chiude così un altro giorno del signore, domani si deve lavorare, si deve continuare a far si che tutto funzioni, che tutto vada avanti. Gli occhi si chiudono, il tepore delle coperte avvolge il corpo, la stretta di un abbraccio, il calore di un bacio, una preghiera, una melodia d’organo.

Tra prologo ed epilogo tanto bel gioco. Complimenti a tutti, giocatori e cartomanti.

Lascia un commento

Immagine CAPTCHA

*

Top