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Modena Play: Il giorno dopo

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Ecco una fiera interamente dedicata al gioco (giochi da tavolo, giochi di ruolo, ecc) a cui vale veramente la pena di partecipare. Il Play ha luogo in tre padiglioni, a dir poco enormi, dell’area fieristica di Modena e, negli anni, è andata ad occupare lo spazio lasciato vacante dall’abolizione del secondo appuntamento del Lucca Comics (quello di metà anno).

Modena Play vs. Lucca Comics & Games

Presumo che tu conosca la manifestazione lucchese, ma forse non conosci il Play, quindi il modo migliore per raccontarti la fiera di Modena è per confronto con la sorella maggiore.
La prima cosa che salta all’occhio una volta arrivati a Modena è la quasi totale assenza di traffico. Anche se l’ultima edizione è andata meglio, a Lucca di solito la fila iniziava prima dell’uscita dell’autostrada e non finiva sostanzialmente mai: ti accompagnava fino a che non riuscivi, dopo fatiche erculee (e magari una multa per divieto di sosta), a trovare parcheggio. Il parcheggio è un altro aspetto rilevante: mentre al Comics passano ore (in fila) prima di trovare un posticino, al Play arrivo e parcheggio tempo totale = 1 minuto. Altra cosa importantissima è la fila alla biglietteria: snervante a Lucca (migliorata finalmente all’ultima edizione ma ancora non perfetta), assente a Modena. Vogliamo parlare del costo del biglietto? Quello del Modena Play costa otto euro e cinquanta centesimi acquistandolo e stampandolo comodamente su internet; il biglietto stampato permette di andare direttamente ai tornelli d’ingresso senza passare minimamente dalla biglietteria. Al Comics sono ancora su un altro pianeta.

Quante volte ti è capitato di entrare all’interno di uno dei padiglioni del Lucca Comics & Games e pensare di aver piuttosto appena messo piede in una stalla? Odore nauseabondo, caldo insopportabile, clima insalubre, la folla che ti porta via di peso, confusione assordante, gente in costume che sembra un monumento all’arma bianca con ali, spunzoni, armi ecc che rischiano di cavarti un occhio ad ogni passo… Entrando nei padiglioni del Play la sensazione è ben diversa ed è meravigliosa: riesco a camminare senza calpestare nessuno, posso allargare le braccia senza infilare le dita nel naso a dieci persone diverse, ma soprattutto: RESPIRO!!!

Anche i maggiori editori si stanno rendendo conto della sempre maggiore importanza della fiera modenese e hanno programmato per l’occasione alcune uscite non da poco, ne cito due su tutte: “gli occhi del serpente” targata Asterion Press (la riedizione della bellissima avventura per Sine Requie ambientata tra Firenze e Ravenna con alcune aggiunte davvero succulente), mentre la Narrattiva ha portato “Fantasmi Assassini” il nuovo gioco di ruolo di Vincent D. Baker (l’autore di Cani nella Vigna). Su l’aspetto di novità, anteprime (e anche numero di espositori) Lucca è ancora superiore però, c’è ancora molto da lavorare per gli organizzatori di Play.

Al Play è stato anche possibile fare alcune demo (senza fare la fila chilometrica e senza prenotarsi anni prima), fermarsi in tranquillità a parlare con autori, editori, associazioni ecc ho addirittura avuto il piacere di conoscere uno dei boss supremi dello staff che ha organizzato l’evento… A Lucca non ci si riesce, o almeno non con facilità.

In definitiva Modena Play batte Lucca Comics & Games su quasi tutta la linea, Play è dedicato esplicitamente agli appassionati molto più che ai curiosi, ha pertanto un bacino di utenza più limitato e questo mi fa molto piacere, anche se forse gli organizzatori preferirebbero un’affluenza maggiore. Questo, probabilmente (e malauguratamente), li spingerà a trovare il modo di rovinare il tutto.

Agli organizzatori del Lucca Comics mi sento di consigliare di scorporare la parte Comics da quella Games, fare due fiere diverse in due date diverse e, magari, segmentare la parte Games in più padiglioni divisi per tipologia: non si riesce a fare bene una demo di un gioco di ruolo se allo stand accanto fanno giocare a Guitar Hero e tengono la musica a palla…

5 thoughts on “Modena Play: Il giorno dopo

  1. Ciao, sono Alessandro il responsabile Comerciale di Play. Per prima cosa grazie di avere partecipato a Play e per le belle parole. Vorrei spendere 2 parole sull’organizzazione. Lucca e Play sono due cose molto diverse. La prima é di gran lunga più importante per tutto quello che concerne l’ambito comics e mantiene un’ancora storica nel mondo games, Play invece nasce dall’esperienza del Club Treemme di Modena di cui l’intero staff organizzativo fa pare e che da oltre TRENT’ANNI, vuole diffonder in Italia la cultura del gioco intelligente. Il nostro intento non è quindi lucrativo ma divulgativo e questo spiga laresenza di pochi ma selezionati espositori, ed il vastissimo spazio dedicato al gioco. Ovviamente la manifestazione per potere continuare ad esistere deve anche avere una sua sostenibilità economica per cui non è escluso che in futuro possa ulterirmente allargarsi l’area commerciale, ma il nostro obiettivo sarà sempre quello di mettere a disposizione tua e di tutti glialtri appassionati italiani e stranieri un posto dove poter giocare, divertirsi e conoscere nuovi amici. Un rinnovato e sentito GRAZIE per il vostro sostegno e la vostra presenza.

  2. Ciao Alessandro, grazie a te per aver impreziosito con un tuo commento i miei pensieri. Ci tengo a precisare che il mio confronto play-comics&games era volto unicamente a spiegare ai lettori del gdr blog che cos’è Play e ho pensato che fosse più facile spiegandolo per differenze con esperienze che probabilmente hanno avuto.

    Per quanto riguarda la sostenibilità economica mi trovi perfettamente d’accordo. Una manifestazione può essere meravigliosa ma se non ha un ritorno economico semplicemente cessa di esistere. Quando ho detto “li spingerà a trovare il modo di rovinare il tutto” non mi riferivo certamente alla quantità di espositori, ma alla qualità. Io so che lo stand di guitar hero paga più del piccolo negozio che vende giochi in scatola all’angolo, semplicemente perchè ha bisogno di un maggior numero di metri quadri, ma guitar hero (e non ho nulla contro guitar hero) impedisce a me di fare la demo del gioco di ruolo di turno. Tutto qui.

    Grazie ancora 🙂

  3. Ciao, sono Andrea “Keps” Cupido, il Coordinatore dello Staff PLAY … ho visto il post condiviso su facebook e mi ha incuriosito, così eccomi qui a lasciare un contributo alla discussione …

    Innanzitutto ti ringrazio per i commenti lusinghieri, ma credo come diceva Alle che le realtà Lucca e PLAY siano difficilmente paragonabili … non solo per i numeri (dimensioni e presenze)ma soprattutto perchè hanno targets e formats completamente diversi, come del tutto diverse sono le origini.

    Lucca nasce come fiera dedicata al Comics ed in seguito annette il Games; è di fatto una “mostra-mercato”, realizzata da veri professionisti, incentrata sugli spazi espositivi, dove l’espositore è l’attore principale e l’area vendita il suo primo interesse… a Lucca di solito ci vai principalmente per aggiornarti sulle novità editoriali, incontrare o ascoltare autori e acquistare ciò che ti interessa, fumetto o gioco che sia. L’evento sfrutta una location bella e particolare (la città) che arricchisce l’esperienza del partecipante, anche se di fatto il Games rimane molto sacrificato nella tensostruttura…

    PLAY è l’evoluzione della Convention Nazionale dei Giocatori, evento realizzato da giocatori per giocatori, ovvero gente che lo fa NEL TEMPO LIBERO, per hobby, per passione … il suo format è quello della Convention di GIOCO, incentrata sugli spazi PER GIOCARE, dove gli espositori (editori e distributori, ma anche piccoli commercianti)sono attori come gli altri, che si inseriscono in un contesto che amalgama associazioni e commerciali; la parte importante per i commerciali NON è l’area vendita, ma i tanti tavoli/spazi per le DEMO, per mettere la gente seduta a giocare … a PLAY vieni per GIOCARE, per PROVARE, per INCONTRARE e CREARE CONTATTI … e questo perchè l’esigenza da cui nasce il tutto è quella di far crescere il movimento ludico/associazionistico, avvicinando “nuove leve” al nostro hobby, alla nostra passione …

    Diventa quindi chiaro come non si possa paragonare due realtà, comunque importanti, ma così diverse …

    Nonostante quanto detto sopra, PLAY ha un “equilibrio” di crescita e sviluppo estremamente difficile da mantenere, perchè come tutti gli eventi di una certa portata NON può prescindere dal lato economico … mentre tutte le altre fiere quando aprono i battenti hanno già i costi coperti, PLAY NO … e questo proprio per i motivi di cui sopra, per la nostra volontà di mantenere inalterato il format e i targets della manifestazione … Modenafiere ha capito e rispettato questi aspetti, decidendo comunque di credere e finanziare un progetto che è partito da “ModCon”, ovvero anni di volontariato all’interno delle strutture della Polisportiva Sacca di Modena … è una bella sfida, non so se e dove arriveremo, ma di certo ti posso dire che PLAY è e sarà sempre la stessa in termini di filosofia e principi, anche nella scelta degli espositori … così non fosse allora vorrebbe dire che PLAY è morta, che magari ci sarà qualcosa d’altro, ma NON PLAY …

    Ci sono realtà editoriali che ci hanno seguito e supportato sin dai tempi di ModCon, e a loro certo dobbiamo qualcosa, ma è altrettanto vero che cercheremo sempre di coinvolgere anche nuove realtà con l’obiettivo di rinnovare e migliorare sempre le opportunità e occasioni di GIOCO, sia per gli appassionati che per i semplici curiosi …

    Chi può aiutarci a vincere questa sfida siete voi, giocatori e pubblico generalista, con la vostra presenza e partecipazione … se vorrete mettervi in gioco con noi … 😉

    Bye!
    Andrea

  4. Grazie anche a te Keps per aver voluto arricchire questi miei pensieri 🙂

    A me sembra che dai tempi del ModCon abbiate fatto passi da gigante senza perdere i principi fondanti del festival, e di questo ve ne rendo merito.

    Di fatto questo mio articolo, per certi versi un po’ acido, nasce dalla frustrazione di aver visto innumerevoli festival, fiere, mostre ecc, animate dai migliori intenti, nascere, crescere ed annacquarsi in un mare di “fuffa”. Quindi, in definitiva, il mio intento era quello di spronarvi a non perdere di vista lo spirito originario che vi ha spinto ad intraprendere questa avventura.

    A mio avviso potrebbe, anzi dovrebbe essere possibile preservare la sostenibilità economica anche senza attrarre altri segmenti di mercato, anche senza dover inseguire la logica del business-ad-ogni-costo. Sarò idealista ma la speranza è l’ultima a morire 😛

    Ovviamente parlo da esterno, senza avere il bilancio sott’occhio.

    Per quanto mi è possibile farò del mio meglio per farvi pubblicità perchè, come penso traspaia dall’articolo, l’impressione che ho avuto è che il festival meriti, abbia potenzialità e noi “addetti ai lavori” abbiamo il dovere morale di farlo crescere senza snaturarlo.

    Grazie ancora e continuate così! 🙂

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